L’accoppiamento nei Cani
L’accoppiamento nei cani, soprattutto se effettuato all’interno di allevamento in soggetti riproduttori che si trovano a distanza, necessita di essere programmato con accuratezza.
In questo articolo cerchiamo di fare chiarezza sulle modalità più corrette per capire quando sia il periodo fertile della femmina.
Qual è il periodo fertile nei cani?
Il picco di fertilità nella specie canina viene raggiunto a circa 2 anni, influenzato anche dalla razza e dalla taglia dell’animale.
Si consiglia pertanto di iniziare gli accoppiamenti a partire da quest’età.
La fertilità nel cane, al contrario, diminuisce a partire dal 7° anno di età, per cui si sconsiglia una prima gravidanza in questo periodo della vita della cagna.
Diminuendo la fertilità, diminuisce la possibilità che si instauri una gravidanza oppure si può verificare una gestazione con bassa numerosità della cucciolata e aumentano di conseguenza le probabilità di problemi al parto.
L’accoppiamento fertile può avvenire solamente nella fase di estro del calore.
Durante questa fase, che ha una durata media di 9 giorni ed è caratterizzata da perdite vulvari ematiche che diventano rosate, avvengono l’ovulazione e la maturazione degli oociti.
Questi eventi sono fondamentali perché si instauri una gravidanza.
La femmina nei giorni periovulatori si rende ricettiva alle attenzioni del maschio e diventa disponibile all’accoppiamento.
Fertilità del maschio
Fondamentale perché l’accoppiamento vada a buon fine, è anche il ruolo del maschio.
La fertilità può essere valutata attraverso:
- la storia riproduttiva, valutando se sono già state ottenute cucciolate dallo stesso maschio, patologie riproduttive e non, trattamenti
- l’analisi del seme o spermiogramma.
Non meno importanti sono la libido e l’esperienza nella monta.
Quando programmare l’accoppiamento
Per poter pianificare l’accoppiamento ed aumentare le possibilità che si instauri una gravidanza, è ideale monitorare il calore attraverso dosaggi di progesterone e citologia vaginale, in modo da identificare la finestra di ovulazione.
La citologia vaginale è una metodica non invasiva, che ci permette di raccogliere le cellule dell’epitelio della vagina, nella parte profonda dell’organo.
Queste cellule sono esaminate al microscopio, dopo essere state trattate con particolari colorazioni.
Il dosaggio della concentrazione di progesterone si esegue invece su un campione di sangue, prelevato quando la paziente è a digiuno.
L’ovulazione è individuata quando la citologia vaginale mostra > 90% cheratinizzate e la concentrazione di progesterone è compresa tra 5 e 10 ng/ml.
A questo punto il primo accoppiamento può essere pianificato a 48 ore di distanza dall’ovulazione.
È sempre consigliabile effettuare almeno due accoppiamenti, che possono avvenire a distanza di 24 o 48 ore l’uno dall’altro in funzione di quando avviene l’ovulazione.
Il monitoraggio di calore è utile soprattutto quando maschio e femmina si trovano a molti chilometri di distanza ed è necessario indicare i giorni fertili in cui effettuare gli accoppiamenti, per avere maggiori probabilità che si instauri la gravidanza.
Come avviene l’accoppiamento
Quando maschio e femmina si trovano insieme, dopo l’iniziale fase di gioco e “corteggiamento”, inizia l’accoppiamento che può avere una durata media di 30-40 minuti, durante i quali si svolgono diverse fasi:
- penetrazione da parte del maschio, con movimenti del bacino
- fase del “nodo”: è molto delicata, in quanto il bulbo e il corpo del pene si inturgidiscono e aumentano di volume, consentendo ai due soggetti di rimanere uniti per il tempo necessario.
Inoltre la funzione del bulbo è quella di stimolare le contrazioni vaginali che favoriscono il progredire del seme oltre la cervice.
In questa fase solitamente i due soggetti si girano, dandosi le spalle.
È opportuno non cercare di separare i due soggetti, tranquillizzarli ed mantenerli fermi perché si potrebbero creare danni o mutilazioni all’apparato riproduttore o locomotorio sia del maschio, sia della femmina.
- Termine dell’accoppiamento: il bulbo e il corpo del pene perdono turgore e questo consente ai due soggetti di separarsi.
Non sempre l’accoppiamento naturale può avvenire ( ad esempio in caso di problemi di comportamento, anomalie dell’apparato riproduttore, distanza fisica dei soggetti).
In questo frangente è possibile avvalersi del supporto del medico veterinario ed effettuare l’inseminazione artificiale intravaginale o intrauterina.
Per oggi è tutto.